LE FRATTURE DELL'OMERO PROSSIMALE
- fisioterapistaserr
- 21 mag
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L’omero è l’osso lungo del braccio che si unisce alla scapola, formando l’articolazione della spalla. Quando parliamo di “omero prossimale” ci riferiamo alla parte dell’omero più vicina alla scapola. Per capire meglio i tipi di fratture che possono colpire questa zona, l’omero prossimale viene suddiviso in diverse parti:
- Testa;
- Trochite;
- Trochine;
- Collo anatomico;
- Collo chirurgico;
- Diafisi.
Queste sezioni possono fratturarsi singolarmente o in combinazione tra loro. A seconda di quanti frammenti ossei sono coinvolti, possiamo classificare le fratture in:
- Bipartite: si è fratturato un solo frammento osseo;
- Tripartite: si sono fratturati due frammenti ossei;
- Quadripartite: sono coinvolti quattro frammenti (testa, trochite, trochine e diafisi fratturate tra loro).
Ogni tipologia di frattura richiede un trattamento diverso, che si distingue in conservativo e chirurgico. L'ortopedico ha il compito di valutare tempestivamente la tipologia di frattura e decidere la modalità di intervento.
Ad esempio: nel caso di una frattura bipartita del trochite in cui non avviene rilevante spostamento del frammento, può essere trattata senza intervento chirurgico. Verrà quindi utilizzato un tutore per immobilizzare il braccio e in seguito si inizierà un percorso di riabilitazione per recuperare movimento e funzionalità.
Al contrario, una frattura quadripartita richiede quasi sempre un’operazione chirurgica. La scomposizione dei frammenti e il coinvolgimento dell'articolazione rendono difficile il riallineamento delle parti ossee senza intervento. In questa tipologia di frattura, oltretutto, si riscontra un alto rischio di complicanze decisamente gravi, come la necrosi, ovvero la morte dell'osso per compromissione dei vasi sanguigni.
Una possibile conseguenza delle fratture dell’omero prossimale è la capsulite secondaria (patologia affrontata nel post precedente). Questa condizione può subentrare poiché l’omero è molto vascolarizzato e, in caso di frattura, va incontro ad un sanguinamento abbondante. Il sangue accumulato, unito al periodo di immobilizzazione, favorisce la formazione di aderenze che limiteranno la mobilità e la funzionalità della spalla.
Purtroppo questo rischio non può esser completamente evitato, perché l’immobilizzazione è fondamentale per la guarigione dell’osso. Sarà premura del fisioterapista comprendere la natura della frattura e rispettare i tempi biologici di guarigione. La valutazione preventiva è fondamentale prima di eseguire manipolazioni articolari intense, che saranno finalizzate al recupero della mobilità.
Articolo di Kevin Serreli, redatto da Matteo Cabras (@matteocabras.giornalista)




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